Credi nell’impossibile, credi nei tuoi sogni, credi nel potere del cuore

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Fulmine

fulmineC’era una volta in un tempo lontano,
o forse più vicino di quanto credi,
una dama leggera, silenziosa e gioiosa;
viaggiava sola, raccoglieva storie
di amici, passanti e conoscenti;
amava cantare senza farsi sentire,
puntava al sole e sfiorava il mare,
causando così tempeste serene.
In un giorno di sottile tranquillità
volava indifferente tra cielo e mare;
giunta poi alla spiaggia, si addentrò.
Si fermò ad osservare lo strano colore
di un viaggiatore dei boschi e dei monti.
In quell’attimo un filo sottile li unì:
un fulmine congiunse il nulla al mondo
e fu così che l’Aria si innamorò della Terra.
Scoppiò in quell’istante un violento temporale
prima tuoni, scoppi e rimbombi nell’aria
e, dopo tempo, un grande acquazzone
tagliava e sferzava la dama colpita,
mentre il viaggiatore cercava riparo:
pur desiderando respirare l’Aria
fuggiva il temporale.
E così spezzata da quello squarcio
l’Aria smise di soffiare e volare
lasciando spazio alla pioggia
e la Terra furiosa contro il vento,
che credeva colpevole del dolore,
se la prendeva con l’Aria, scacciando
anche le dolci brezze marine.
L’Aria infine si adirò ed infuriò:
umiliata e derisa, in silenzio
se ne andò.


Ti sento…

Nel silenzio di questi giorni
misto di suoni spenti
Nell’arpeggio di chitarra
che mi risuona in testa
Nel volo di un aereo
che guardo atterrare
Nel rumore che non fai
mentre tutto rimbomba
Nelle pagine di un libro
che non sto leggendo
Nei fiori sulla mensola
che dovrei buttare
Nell’autobus che ho perso
perchè non stavo a guardare
Nei piatti che ho sbagliato
e sono restata a fissare
Nei discorsi con gli amici
che non riesco ad ascoltare
Nelle tue braccia calde
che ancora sento intorno
Nel cielo così azzurro
che non ho ammirato
Nel brillante mare
che non ho salutato
Nel tuo saluto
che un po’ mi è mancato
Nel mio sorriso
che ho dimenticato
Nei piccoli gesti
che sembrano pesanti
Nel freddo di sta sera
che fa tramar le gambe
Nella stella più brillante
che sembra ammiccare
Nel faro di quell’auto
che, gli occhi, mi fa lacrimare…


La Fine del Mondo

Mentre il cielo cade piano
e tutto si copre di lui
io resto a guardare
seduta su una spiaggia.
Mentre il mare conquista la terra
e tutto si unisce a lui
io aspetto in silenzio
che prenda anche me.
Mentre il fuoco consuma gli alberi
e tutto torna cenere
io ascolto il crepitio
delle fiamme distruttrici.
Quando ciò che è male
avranno trovato e consumato
torneranno al loro posto
per ricominciare da capo
una nuova vita più bella
perché se prima non muori
non cancellerai gli errori
che ti portano in basso.
Ma se invece muori ,
come il fuoco e gli alberi
torni cenere e ti annulli,
ma se invece diventi uno,
come il mare e la terra
condividi tutto e ti unisci,
potrai conquistare ogni cosa
come il cielo cadrai
per coprire il mondo
con un velo d’Amore.